Suspense, sculture sospese.
Ex3 Centro per l'Arte Contemporanea
Firenze.
19 febbraio  8 maggio  2011
A cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini.





Installazione alla mostra Suspense, Centro per l'arte contemporanea Ex3, Firenze.


La ricerca artistica di Daniela De Lorenzo è caratterizzata dall’integrazione di linguaggi diversi (scultura, video, fotografia) nei quali è possibile rintracciare la presenza di due distinte direttrici di senso: la temporalità e l’identità, indagate tramite l’elemento unificatorio del corpo. La spazialità e la materialità scultorea e la temporalità frammentaria del medium fotografico e del video assurgono pertanto ad ambiti complementari di ricerca, atti a restituire un’immagine plurale, in cui essenziale è la compresenza simultanea di elementi indefiniti e mutevoli.


L’uso scultoreo del feltro, ulteriore cifra stilistica dell’artista, è legato alla caratteristica del materiale di preservare la “memoria” del gesto che vi viene agito. Nelle sculture della De Lorenzo, cuciture, contratture e pieghe si qualificano come strumenti linguistici che imprimono forma, volume e plasticità alla materia. In Pantomima (2009), gli elementi anatomici sono realizzati sovrapponendo strati di feltro, a colmare la superficie cava del materiale precedentemente modellato sul corpo dell'artista. La medesima attenzione agli elementi di torsione e postura forzata del corpo presente nelle sculture è centrale nei video e nelle fotografie: in Agile (2005), ad esempio, videoperformance ispirata alle analisi condotte dal neurologo Charcot, la relazione tra isteria e memoria è indagata tramite il fissarsi del corpo in determinate posture.


Nel dialogo tra le due opere presenti in mostra, l’artista propone una riflessione sul valore della sospensione sia in senso letterario, sia figurato, attraverso la riproposizione dell’immagine di un trapezista nel punto massimo della sua elevazione, desunta da una fotografia di Muybridge. In Falsetto (2010), l’impronta del corpo dell’artista viene ricomposta e riarticolata; la dimensione sospesa della scultura e la disgregazione della figura umana ripropongono sul piano della spazialità la stessa vibrazione musicale suggerita dalla titolazione dell’opera, attuando una sorta di commistione anatomico-musicale. Nel bassorilievo Escamotage (2010), l’artista sperimenta una particolare lavorazione del feltro, realizzata per addizione dei diversi strati di materiale: la terza dimensione qui viene solo suggerita dal leggero svelarsi del corpo umano, il quale emerge gradualmente dal fondo.





Escamotage, 2010 feltro.





Falsetto 2010, feltro e filo cerato


Scheda pubblicata sul cat. Suspense a cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini